Il comune di Barcellona, in Spagna, ha annunciato che multerà per 600mila euro ciascuna le piattaforme di home rental di Airbnb e Home Away per le ripetute violazioni della legge sulle locazioni della Catalogna e per l’enorme numero di appartamenti illegali presenti sulle due piattaforme.

La multa segue una analoga comminata a dicembre scorso per 30mila euro. Le due società sono state considerate recidive e per questo la multa è stata elevata al massimo importo comminabile.
A Barcellona sono 3812 gli appartamenti disponibili su Airbnb e 1744 quelli su Homeaway.

Secondo la legge catalana, entrata in vigore a luglio 2015, gli appartamenti devono essere registrati, affittare al massimo una o due camere per non più di 4 mesi all’anno e pagare una tassa di soggiorno (di 0,65 euro giornalieri a Barcellona e 0,45 euro in altre località della Catalogna).

Il sindaco di Barcellona Ada Colao ha dichiarato, secondo quanto riporta il Financial Times: “Non è accettabile che migliaia di appartamenti operino illegalmente e senza licenza, evitando di pagare le tasse e causando danni alle associazioni dei proprietari di casa”.

Airbnb, riporta Tnooz, ha appreso con rammarico la notizia della multa e si appellerà alla decisione. In una nota hanno spiegato che dal loro punto di vista Airbnb è la soluzione e non il problema e vogliono collaborare proattivamente con la città per sostenere le persone che condividono la propria casa in maniera regolare.

HomeAway, società del gruppo Expedia, sostiene che si tratta di una reazione sproporzionata e che la multa è contraria alla legislazione europea creata per favorire un normale sviluppo delle piattaforme di ecommerce e di affitti vacanza. Per questo anche loro si riservano il diritto di appellarsi alla decisione in tutte le sedi competenti. Un portavoce della società ha spiegato, sempre su Tnooz, che Homeaway si impegna regolarmente a fornire ai propri utenti informazioni su come fare le cose in regola e che ha creato un apposito campo per mostrare sul sito il numero di registrazione dell’appartamento. Inoltre si impegnano a collaborare con le autorità per trovare una soluzione che permetta il libero esercizio dell’attività di home sharing.