Alitalia-Etihad: trattative ad oltranza. Attendendo James

Trattative ad oltranza per “risolvere” la questione dei 2251 esuberi richiesti da Etihad per chiudere l’affaire Alitalia. “C’è massima attenzione del governo per il ricollocamento degli esuberi” ha detto il Ministro dei trasporti e delle infrastrutture Maurizio Lupi che, però, avverte “che nessuno scelga il baratro”. Si parla di Poste o di Adr, ma dalla società di gestione degli aeroporti romani arriva un “no secco. L’importante, però, è far presto e chiudere entro venerdì, per presentarsi pronti all’incontro del prossimo martedì, quando sbarcherà in Italia l’ad del vettore emiratino James Hogan.

Durante il tavolo al Ministero dei Trasporti tra governo, sindacati e rappresentanti della compagnia,presieduto dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti e dallo stesso Lupi, l’amministratore delegato di Alitalia Gabriele Del Torchio, ha illustrato il progetto industriale del nuovo vettore, “per trasformarla in una compagnai da 3 a 5 stelle” ha sottolineato il ministro dei trasporti. Il piano di Etihad, come si sa, comporterebbe lo spostamento del focus del network dal corto-medio raggio al lungo, con nuovi voli da Fiumicino, Malpensa e Venezia, grazie ai 560 milioni promessi per rimpinguare le casse del vettore da subito, di cui 400 euro per la ricapitalizzazione, 100 per il riacquisto della maggioranza di Alitalia Loyalty, la società nella quale è stato conferito il ramo Millemiglia, e 60 milioni per comprare slot nell’aeroporto di Londra Heathrow, dove Alitalia ne ne vendette alcuni per far cassa nel passato. Sono 660, invece, i milioni che verranno investiti dal 2015 per tre anni in aereomobili e per far crescere la qualità del vettore.

Intanto lo sciopero del 20 luglio rimane in calendario, anche se il sindacato dei piloti e degli assistenti di volo, ad esempio, in una lettera aperta al ceo di Etihad ha annunciato la disponibilità a “sottoscrivere immediatamente un blocco di tre anni di tutte le dinamiche contrattuali”, impegnandosi nello stesso tempo alla “pace sociale” e rinunciando ad azioni di rivendicazione.