Artplace, l’app giovane che fa parlare i musei

Con Artplace, la Venere di Botticelli (foto) si "racconta". Succede grazie alla tecnologia iBeacon inventata da Apple

Dialogare con la Venere del Botticelli attraverso lo smartphone? Da oggi è possibile, a patto di scaricare Artplace, l’app inventata da tre ragazzi della provincia di Modena. Con Artplace ogni museo parla direttamente ai visitatori, che a loro volta possono valutare l’istituzione sul web in una specie di TripAdvisor culturale, recensendo opere e musei, e condividere il tutto sui social.

Mattia Farina, Francesco Villani e Giacomo Torricelli, tutti poco più che ventenni, solo un anno e mezzo fa hanno fondato la start-up Mumble, e quando Apple ha presentato la tecnologia iBeacon, i tre giovani hanno pensato di progettare Artplace.

“I beacon sono piccoli hardware che possono essere posizionati ovunque. E quando uno smartphone passa nei paraggi, lo intercettano in automatico e gli inviano una serie di informazioni – spiega Farina -. Noi abbiamo subito pensato ai musei. In una sala, o vicino a un’opera, basterebbe applicare un beacon e ogni cellulare nella stanza assorbirebbe in automatico le informazioni audio e video impostate dal museo”. L’app è scaricabile gratuitamente sia dai visitatori sia dai musei stessi. Il turista paga una cifra compresa tra 89 centesimi e 4,66 euro, ma solo se decide di acquistare l’intero tour guidato all’interno della struttura. Metà ‘biglietto’ andrà al museo, l’altra metà alla giovane azienda castelnovese.

“Molti tra i musei più famosi del globo – commenta Farina – si stanno già interessando ai beacon, che costano circa 30 dollari l’uno. Noi stiamo illustrando la nostra idea ad alcuni di questi, a partire da New York, e l’interesse c’è: proprio in queste ore un nostro tramite sta presentando la app al Moma”.