Bolla, Ryanair: “E’ venuto il momento di fare di più con il trade”

“L’Italia è il secondo mercato del network, è uno dei motivi per cui la compagnia mi ha scelto come country manager dopo anni che non esisteva una figura simile nel Paese”.

A dirlo è Mauro Bolla, numero uno di Ryanair nella penisola, da ormai quattro mesi numero uno del vettore low cost in Italia tracciando le linee guida dello sviluppo di un vettore che può già contare su 17 basi e 29 aeroporti. “Sono pochissimi gli aeroporti dai quali non operiamo, ma sono in corso trattative ancora un paio di aeroporti“, racconta Bolla che parla della scommessa di trasformare il vettore da compagnia straniera a vero e proprio vettore nazionale.

Siamo i numeri uno, un’azienda che in Italia porta al territorio dei benefici concreti. Quest’estate avremo il 35% di share nell’offerta con una flotta di 90 aerei, 3mila dipendenti diretti e 40mila con l’indotto“.

Ma in attesa di tornare ai livelli pre-pandemici di traffico – “ci vorranno 3 anni dicono le principali ricerche” – la compagnia irlandese continua nella sua battaglia per l’abolizione dell’addizionale (“un’anomalia solo italiana“) e punta con decisione sul b2b. “Siamo convinti che le agenzie hanno un grande ruolo nei viaggi più complicati da organizzare. In più lavoriamo con i gruppi e, soprattutto, siamo presenti sui gds, Sabre e Travelport. Ma ciò non toglie che anche le agenzie non Iata abbiano la possibilità di acquistarci“, continua Bolla.

Per quanto riguarda la programmazione, per l’inverno l’obiettivo è di allargare ulteriormente il network italiano con un focus sul sud e le isole.