Class action contro Trenord, al via le adesioni formali

Partono le adesioni formali alla class action indetta da Altroconsumo nei confronti di Trenord: dopo che la Corte d’Appello di Milano ha ammesso l’azione dell’associazione contro Trenord, si apre la fase della raccolta formale delle adesioni formali dei pendolari. Sono circa 700mila i pendolari lombardi coinvolti nelle giornate di caos del trasporto ferroviario regionale del dicembre 2012 che potranno far valere in giudizio i propri diritti, chiedendo un risarcimento di quattro mensilità per i disservizi subiti. Sul sito di Altroconsumo c’è la possibilità di inserire i dati personali per partecipare all’azione risarcitoria, mentre chi ha già aderito riceverà nei prossimo giorni un’email dall’associazione. Possono aderire tutti coloro che avevano un abbonamento con Trenord settimanale, mensile o annuale nel periodo tra il 9 dicembre e il 19 dicembre 2012.

La vicenda risale al dicembre 2012, quando la circolazione ferroviaria della Lombardia andò in tilt per giorni, con un susseguirsi ininterrotto di disagi, ritardi, soppressioni di treni e il caos nelle ore di punta del trasporto pendolare: disservizi che vennero attribuiti al malfunzionamento del software di gestione del personale, diventato operativo proprio in concomitanza col passaggio all’orario invernale. A gennaio 2013, Trenord aveva proposto ai passeggeri e ai pendolari coinvolti nei pesanti disservizi, in possesso di abbonamento, solo un bonus del 25% e la possibilità di viaggiare gratis nel fine settimana per due mesi. Una proposta nettamente bocciata da Altroconsumo come “elemosina inaccettabile”. Spiega Altroconsumo: “La Corte d’appello ha colto in pieno la natura e gli scopi della class action, dando un futuro a questo importante strumento di tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti. Una class action accessibile e praticabile è indispensabile per garantire la fiducia dei cittadini, per responsabilizzare le aziende e per migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi. Compresi quelli di trasporto locale, dove i diritti di migliaia di pendolari sono quotidianamente calpestati”.