Club Med: sindrome cinese

La cinese Fosun e il Club Med collaborano sin dal 2010, con un grande focus di aperture di nuovi villaggi proprio in Cina.

Il cda del Club Med si pronuncerà lunedì sul rilancio di Fonsun, la nuova proposta di Opa quasi esclusivamente made in China che ha sorpassato l’offerta dell’italiano Andrea Bonomi. Sarà un cda che si annuncia rovente, visto che sul tavolo del presidente e direttore generale dell’operatore transalpino Henri Giscard d’Estaing, nonché grande sostenitore dell’offerta cinese, si trova una lettera del sindacato Unsa, minoritario rispetto al Fo ma comunque indicativo dei sentimenti dei lavoratori, che si dice preoccupato per un’eventuale “cinesizzazione” del Med, definendo l’opa Gaillon II tutto meno che amichevole. Il nocciolo stà nel fatto che se nella prima proposta di opa, la Gaillon I, il fondo d’investimento francese Ardian e la cinese Fonsun avevano pari dignità, ovvero quote simili, questa nuova opa si prefigura come totalmente, o quasi, cinese. Gli altri sindacati, il Comitato d’impresa conta infatti sei membri di Fo, due dell’Unsa, due di Ctfc e uno della Cfdta, si pronunceranno presto, ma l’idea di un’Opa ostile è ormai nelle idee di molti analisti. L’Amf, la Consob francese, si pronuncerà a breve sulla conformità dell’offerta Gaillon II e metterà a calendario le due offerte. In attesa di un possibile (probabile?) rilancio di  Bonomi entro il 13 novembre.