Come la Blockchain rivoluzionerà il travel

Su questo sito abbiamo scritto la prima volta di Blockchain nel 2016, spiegando di cosa si tratta e perché interessava ad una società come Airbnb. Oggi che l’argomento è di pubblico dominio anche al di fuori delle community nerd è il momento giusto di verificare lo stato dell’arte di questa tecnologia e delle sue applicazioni in ambito travel. E bene specificare che in questi due anni la Blockchain originaria, il grande database distribuito su cui sono registrate le transazioni dei Bitcoin, è stata copiata e ricreata con pro e contro: altre criptovalute emergenti sono basate su una propria Blockchain mentre diverse aziende private hanno lavorato ad ambienti di lavoro ispirati a questa tecnologia per gestire le transazioni finanziarie e l’identificazione delle persone. Il caso più noto è forse quello dell’Estonia che è anche l’unico caso al mondo di utilizzo di una blockchain a livello nazionale, KSI, per garantire la sicurezza dei dati.
Tra le Blockchain private non a scopo finanziario c’è da segnalare quella del gruppo Tui che la sta utilizzando per gestire tutto il suo inventario di prodotti turistici tramite Smart Contract, stringhe di codice che garantiscono la registrazione di una transazione su questi database.

A dicembre scorso, nel corso di BTO 10, Michele Cignarale, Vincenzo Moretti ed Edoardo Colombo hanno tenuto un interessante panel sull’argomento e spiegato come la Blockchain, per le sue caratteristiche, può rappresentare un nuovo protocollo di comunicazione nelle transazioni commerciali in ambito turistico.

Nell’intervista che ci ha concesso, Edoardo Colombo infatti spiega: “La nostra offerta turistica è molto frammentata e dipende molto dalle Ota, grandi player internazionali che portano all’estero parte del valore aggiunto della nostra industria turistica. La Blockchain quindi è un’opportunità soprattutto per gli alberghi indipendenti che vogliono ottenere prenotazioni dirette. Una negoziazione alberghiera è tipicamente uno Smart Contract che può essere registrato sulla Blochchain in maniera trasparente e senza intermediari”

Come sempre accade quando si parla di disintermediazione, esiste già una piattaforma basata su questa idea e che fa tutto meno che disintermediare: Lockchain.co è stata creata sulla blockchain di Ethereum, una delle principali criptovalute alternative al Bitcoin, e promette di essere il primo portale di prenotazione hotel e case vacanze a commissioni zero. Permettendo di conseguenza prezzi degli hotel più bassi del 20%, perché purtroppo anche loro immaginano gli albergatori disposti a rinunciare a parte del proprio guadagno per avere un vantaggio competitivo.

Alcuni mesi fa Amadeus ha pubblicato un Whitepaper in cui spiega quali sono gli ambiti in cui il travel potrà beneficiare maggiormente della Blockchain individuandone in particolare 4:

  • Rendere i programmi fedeltà più user-friendly
  • Semplificare le transazioni nella supply chain del travel
  • Migliorare il tracciamento dei bagagli
  • Gestire l’identità dei passeggri

“La Blockchain consente di certificare l’identità e le transazioni, è interessante per la logistica, il tracciamento dei bagagli e le carte fedeltà. E’ un nuovo standard di comunicazione, ormai condiviso a livello internazionale, su cui è possibile costruire un’intera offerta turistica”, conferma Edoardo Colombo

Per ognuna delle applicazioni citate da Amadeus ci sono già diversi progetti in fase di realizzazione: solo nel 2017 sono stati investiti oltre 1,8 miliardi di dollari in startup basate sulla Blockchain. Per non parlare degli investimenti fatti da società finanziarie e provider di tecnologia, ad esempio Sita, che agli aeroporti fornisce sistemi di accesso e di tracciamento bagagli e che da due anni lavora sulla blokchain.

Nonostante se ne inizi a parlare diffusamente siamo però ancora allo stadio iniziale di sviluppo della tecnologia e il suo successo sembra essere legato in particolare alla capacità di imporsi come protocollo standard di comunicazione tra le aziende.

Approfondiremo questo argomento a Bit 2018: appuntamento lunedì 12 febbraio alle 15.30 in Sala Amber 6