Comune di Milano: in arrivo il bando per il post-expo

Un rendering dell'Anfiteatro dell'Expo

Un bando per la riconversione dell’area dove si terrà l’Expo. Per dare alla città di Milano “una zona di qualità, non per realizzare un risultato economico” commenta il vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Ada Lucia De Cesaris. Un bando che presto verrà pubblicato e che entro l’estate punta a trovare uno o più soggetti investitori in grado di sviluppare una proposta per l’area Expo dopo il 31 ottobre 2015. E se nessuni si farà avnati (cosa farà il Milan di Barbara Berlusconi, che voleva l’area per costruiscri il nuovo stadio della squadra rossonera?) “a mio parere dovrebbero entrare in gioco le istituzioni pubbliche, magari coinvolgendo le banche” ha aggiunto il vicesindaco, sottolineando che “vogliamo dare continuità al tema Expo; la nutrizione e l’ambiente: Magari mantenendo alcune strutture dell’esposizione, a partire dal parco della biodiversità”.

L’area, da circa un milione di metri quadrati, è gestita da Arexpo, società di cui il Comune è azionista insieme a Regione, Fondazione Fiera e Comune di Rho, e nel bando sarà destinata a parco per almeno 440 mila quadrati, diventando “una zona nevralgica anche nel progetto di area metropolitana” afferma De Cesaris, mentre su circa 489 mila metri quadrati (dei quali 30 mila sono destinati ad housing sociale) si potrà costruire. Portando così nelle casse di Arexpo i circa 300 milioni spesi per l’acquisto dei terreni.

Tra le architetture realizzate per l’Expo sicuramente rimarranno in piedi Cascina Triulza, luogo dove si ritroveranno le Ong, il Padiglione Italia, l’anfiteatro e il parco della biodiversità, al quale sta lavorando la facoltà di Agraria, insieme agli orti di Carlin Petrini.

E i tempi? A metà giugno si riunisce il consiglio di amministrazione di Arexpo che darà il via al bando. 90 giorni sono i giorni per la raccolta delle offerte e, con i tempi della valutazione si arriva a fine anno. Sperando di trovare un cavaliere bianco interessato all’area. Il post-Expo è ancora lontano. Ma Milano sta già pensando a non ritrovarsi con “cattedrali nel deserto”, come ha sottolienato il vicesindaco. E come, purtroppo, molte Expo del passato hanno lasciato in eredità ai posteri.