Decreto Expo per salvare capra (accordo Az-Etihad) e cavoli (Malpensa)

Un A320 Alitalia in fase di rullaggio a Linate

Malgrado il governatore della Lombardia Roberto Maroni abbia più volte sottolineato che l‘Expo, “non ha bisogno di alcuna liberalizzazione di Linate, bensì di uno sviluppo di Malpensa“, il Ministro dei trasporti Maurizio Lupi ha approntato un decreto per andare incontro alle richieste di Etihad nella negoziazione con Alitalia definendolo proprio “Decreto Expo”. “Expo” e non “Linate” perchè, secondo quanto trapelato dalle prime indiscrezioni, il provvedimento riguarderebbe sia il city airport milanese che Malpensa e  sarebbe limitato al solo 2015. Condizioni che non piacciono molto al vettore emiratino, perché a Malpensa vi sono forti concorrenti di Etihad, come la sua “vicina” Emirates, che vola anche in quinta libertà su New York e che ha avuto ragione dal Consiglio di stato che ha cancellato la sospensiva della rotta voluta dal Tar, e vorebbero ovviamente anche programmi a più lungo respiro su Linate. Anche se forse sanno che i provvedimenti provvisori in Italia poi diventano definitivi senza alcuna legge ulteriore.
Vediamo quindi i contenuti di questo difficile decreto dai mille equilibrismi: su Linate, non ci dovrebbe essere lo sfondamento degli attuali 18 movimenti l’ora, e i nuovi voli di Alitalia verrebbero attivati tagliando un po’ di voli sulla sempre più esangue Milano-Roma. La liberalizzazione di cui si parla riguarderebbe l’utilizzo di quegli slot che gli emiratini vorrebbero poter utilizzare per collegamenti non solo europei. Ma anche qui non si tratta di far volare aerei a doppio corridoio  da Linate ad Abu Dhabi, scalo di riferimento di Etihad, ma cambiare le attuali regole che oggi consentono voli solo verso scali di capitali europee con un certo numero di passeggeri. L’idea potrebbe essere quella di inserire alcuni voli verso Zurigo (l’hub della compagnia svizzera Darwin ribattezzata Etihad regional) o Istanbul, Mosca e Düsseldorf (una delel basi di Air Berlin, altra “preda di Etihad) o aumentare quelli per Berlino.

Su Malpensa continua invece la strenua difesa di Maroni che ha detto: “Non conosco ancora quali siano i contenuti della lettera di Etihad: ne ho parlato con il ministro delle Infrastrutture che giustamente non me li ha rivelati. La mia posizione resta la stessa: non si può sacrificare un progetto aeroportuale che vede Malpensa come hub, per fare un favore a un vettore straniero”. L’idea è di potenziare l’hub varesino per il cargo con i dieci voli intercontinentali in più chiesti a Lupi che non si tratterà di “nuovi” collegamenti, bensì di maggiori frequenze su destinazioni esistenti quali  New York, Shanghai o la stessa Abu Dhabi. Capitolo  low cost: ritorna in auge il progetto di mettere a gara i contributi che gli scali offrono oggi a queste compagnie per attirarle. Ma tra questi aeroporti c’e ne sono due lombardi: la stessaMalpensa, base di EasyJet, e Orio, base di Ryanair. Chssà cosa dirà Maroni su questo.
Infine una delle novità del negoziato Alitalia-Etihad è il ritorno in campo di Air France-Klm, che si vedendo sfilare un importante “vassallo” per il suo network. L’ad Alexandre De Juniac ha infatti puntualizzato che la nozione di controllo effettivo delle compagnie europee “merita di essere precisato”, perché “per aggirare le regole basta prendere il 49% del capitale sociale, esercitando nel contempo un vero controllo della compagnia. Questo non è possibile. Dobbiamo puntare a condizioni di prese di controllo omogenee nelle diverse aree del mondo”.

Oggi previsti un vertice tra l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio e le banche e un nuovo incontro con i sindacati. Che dovrebbero incassare il contributo di solidarietà per i redditi superiori ai 40 mila euro con un meccanismo che parte dal 5% e arriva al 20%, il raffreddamento degli scatti di anzianità e la riconsiderazione del tetto in virtù del quale le retribuzioni della nuova Alitalia non possono essere inferiori al 93% di quelle della vecchia. Per raggiungere finalmente quei 48 milioni di risparmi che mancano ai 128 promessi. In attesa di volare, lunedì prossimo, ad Abu Dhabi per incontrare il ceo Etihad Airways, James Hogan, e l’emiro a capo del vettore Khalifa bin Zayed Al Nahyan.