Enogastronomia: la Basilicata promuove l’incoming con “il culto del porco”

La Basilicata chiede all’Unione Europea il riconoscimento IGP per la sua salsiccia, la Lucanica, insaccato tipico del Melandro, una zona della regione che fa capo al piccolo comune di Picerno, “simbolo e risultato della civiltà contadina lucana strettamente legata al culto del maiale”. Conosciuta fin dai tempi degli antichi romani (l’imperatore Diocleziano ne fissò il prezzo), si è diffusa poi nel nord Italia fino a dare origini alle varianti, diventate più famose, della Luganega, presente in Lombardia, Veneto e Trentino.

Ora i 14 comuni del Melandro, tratto della dorsale appenninica da cui hanno origine i corsi d’acqua che confluiscono nel Tanagro,  vogliono il riconoscimento di questa antica tradizione che lega tutta la zona alla produzione di insaccati e al “culto del porco” che vede nella cura e nel sacrificio dell’animale per la famiglia dei veri e propri riti che vengono preservati e raccontati dai paesi coinvolti.

La richiesta del marchio IGP si inserisce dunque in una strategia più ampia di promozione territoriale legata al maiale, partendo dal comune di Calvello dove il 1° gennaio si celebra Sant’Antonio Abate, protettore dell’animale, a Rivello, Marsicovetere e Terranova di Pollino dove sono organizzati dei raduni per tramandare l’arte norcina lucana dagli anziani alle giovani generazioni, fino a Picerno dove si può visitare PorcArt, il museo polimediale virtuale permanente sul tema del maiale nell’arte, e partecipare alla festa estiva di Porklandia, che da nove anni anima l’agosto picernese come appuntamento tra gastronomia e tradizione.