Expedia Group: il futuro dei viaggi sarà domestico

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Secondo la ricerca realizzata da Expedia, il 49% degli italiani sta già pensando al prossimo viaggio

A livello globale, tre viaggiatori su cinque intendono prenotare un viaggio nei sei mesi successivi alla revoca delle restrizioni di viaggio previste dai governi locali, e il 30% degli intervistati ha detto che sceglierà soprattutto destinazioni domestiche. Inoltre, gli operatori del turismo saranno rassicurati dal fatto che due intervistati su tre intendono partire per lo stesso numero di viaggi che erano abituati normalmente a fare prima della pandemia, se non di più. E’ quanto emerge dall’ultima ricerca Wakefield, che ha preso in considerazione le conseguenze eccezionali sul settore del turismo che ha avuto la pandemia di Covid-19.

Oltre alla rinnovata intenzione a viaggiare dei consumatori, vanno segnalate altre tendenze e aspettative che stanno emergendo.

In tutto il mondo, la Generazione Z e i millennial hanno manifestato il forte desiderio di viaggiare ed esplorare. I due terzi degli appartenenti a queste fasce demografiche hanno intenzione di viaggiare nei sei mesi successivi alla conclusione pandemia. I baby boomers e la “generazione silenziosa” (i nati prima del 1945) sono più riluttanti a riprendere a spostarsi, tanto che quasi il 50% degli intervistati vuole aspettare almeno altri sei mesi prima di prenotare un viaggio. I nati dagli anni ’80 in poi sono anche due volte più propensi a visitare una città e contesti urbani rispetto a chi appartiene ad altre fasce d’età. È importante notare che i più giovani (meno di 40 anni) sono molto attenti all’impatto sull’ambiente quando scelgono un viaggio, un fenomeno che potrebbe essere attribuito anche alle conseguenze del COVID-19. Gli albergatori, soprattutto nelle aree urbane, dovrebbero tenere conto delle aspettative di questi viaggiatori nelle loro strategie di rilancio nei prossimi mesi.

Non serve dire che il COVID-19 ha accelerato l’adozione dell’e-commerce tra i consumatori di tutte le fasce d’età. Un recente studio[2] dimostra che la pandemia ha velocizzato il passaggio dagli acquisti nei punti vendita fisici a quelli digitali di 4-6 anni, ed è lecito aspettarsi che la rapida crescita dell’e-commerce continui. La Wakefield Research ha rilevato schemi di acquisto simili tra i viaggiatori: più del 70% degli intervistati preferisce prenotare il primo viaggio indirettamente, e oltre il 50% ha dichiarato che intende acquistare su siti di prenotazione di terze parti. Per consentire ai consumatori nativi digitali di prenotare i propri viaggi in sicurezza dove e quando vogliono, Expedia Group ha recentemente introdotto la funzione di “Prenotazione senza carta di credito” che permette di acquistare viaggi last minute senza dover inserire i dati di una carta. Questa iniziativa aiuterà gli albergatori a sfruttare nuove opportunità che altrimenti andrebbero perdute.

Dall’inizio della pandemia, il concetto di “distanziamento sociale” è gradualmente entrato nelle abitudini delle persone come misura efficace per limitare la diffusione del COVID-19. Ma nel settore della ricettività, noto per essere un'”attività incentrata sulle persone”, l’applicazione di un rigido distanziamento sociale è stata una misura quasi contraddittoria e la sua adozione ha creato difficoltà a molti albergatori all’inizio della pandemia. Secondo la ricerca Wakefield, è però certo che quasi il 70% dei viaggiatori preferisce un’esperienza di check-in efficace, ma vuole interagire il minimo indispensabile con il personale delle strutture. Inoltre, i viaggiatori hanno segnalato tra i fattori fondamentali nella scelta di una struttura la presenza di descrizioni chiare delle caratteristiche e dei servizi delle camere, e servizi di ristorazione che garantiscano il distanziamento.