Finozzi dà i (grandi) numeri del turismo in Veneto

L'assessore al turismo, commercio estero e internazionalizzazione del Veneto, Marino Finozzi

Se il Veneto domina incontrastato l’export del vino (leggi: E’ un Vinitaly dai grandi numeri!), anche  dal punto di vista turistico la Regione del Nord-Est non se la passa poi tanto male, occupando la leadership in Italia anche in questo settore. Con numeri in continua crescita, malgrado i problemi dell’anno appena trascorso, sia meteorologici che di tipo politico.

I dati ufficiali di chiusura anno non sono ancora arrivati, ma l‘assessore al turismo, commercio estero e internazionalizzazione del Veneto, Marino Finozzi, da noi incontrato al Vinitaly, ci anticipa i positivi numeri: “Mancano ancora i dati ufficiali di novembre e dicembre ma possiamo dire che abbiamo chiuso un 2014 positivo, con un 1/2% di crescita, grazie in particolare a una certa ripresa del mercato italiano e a una sostanziale tenuta di quello estero”spiega Finozzi, che continua: “con il solito su e giù per alcuni paesi: a fronte dei problemi del mercato russo, abbiamo ad esempio registrato un vero e proprio boom dei cinesi, che hanno messo a segno un più 15% negli arrivi anno su anno, attestandosi al quarto posto tra i mercati incoming per la regione, dopo Germania, Austria e Stati Uniti”.

I problemi, oltre quelli politico-economici della Russia, per il Veneto sono venuti anche dal meteo, “con un’estate molto piovosa e un inverno con troppa neve ma solo all’inizio della stagione, che ha penalizzato la montagna” dice Finozzi. Che cita gli studi e le analisi del Ciset, di casa, per rilanciare i nuovi modi di fare turismo nella regione. Che, per di più, hanno margini  nettamente più alti: “notiamo una crescita del turismo culturale, legato a tematiche specifiche, come può essere l’enogastronomia. Un turismo questo che spende di media 150/160 euro al giorno, contro, ad esempio, i 50/60 euro di quello balneare”. Per far questo la Regione punta però anche alla riqualificazione alberghiera: “anche perché vediamo che vanno piuttosto bene gli alberghi a quattro e cinque stelle mentre quelli a uno o due stelle vengono sempre più soppiantati  dall’extralberghiero – spiega l’assessore -. E proprio sull’extralberghiero saremo a breve la prima regione italiana che cercherà di classificare questa tipologia di soggiorno. Per il quale, però, non utilizzeremo le stelle, riservate agli hotel, bensì stiamo pensando di adottare degli uncini”.