Franceschini: non è più tempo di auto blu

L'arrivo di Dario Franceschini alla stazione di RiminiFiera.

Si è presentato a Rimini viaggiando con un Frecciabianca per presentarsi a un Question Time, questa volta non in Parlamento, bensì alla cerimonia di inaugurazione del TTGIncontri. Stiamo parlando del ministro del turismo e della cultura Dario Franceschini che non si è sottratto al fuoco di fila di domande che gli ha rivolto il mondo del turismo attraverso l’amministratore delegato di TTG spa, Paolo Audino: “Stiamo completamente ricostruendo un ministero che negli anni  è stato sballottato dalla presidenza di consiglio ad altri dicasteri, da quello dello sviluppo economico a quello della cultura, appunto. Con l’aggravante che la promozione del nostro paese sia stato demandata alle regioni, che sono sempre andate in ordine sparso – ha detto Franceschini -. Ora con 30 persone e con una visione sul futuro puntiamo a fare quello che in tanti anni si dice ma che nessuno ha fatto, ovvero far diventare il turismo uno dei principali motori di sviluppo di questo paese”. Franceschini ci scherza sul fatto che vede il Ministero del turismo come il vero Ministero dello Sviluppo economico per l’Italia. Senza troppe leve però. A prescindere dalle auto blu che non ci sono più (o quasi).

“E’ facile fare politiche di sviluppo in periodi di fase espansiva. Ora siamo in profonda crisi e dobbiamo tagliare il tagliabile. Però, anche grazie ad accordi con i privati, possiamo far sì che l’Italia finalmente si doti di una politica turistica, basata sulle sue eccellenze: che sono l’arte e la cultura, ma che lo shopping e l’enogastronomia, temi questi che attirano soprattutto i nuovi mercati. Abbiamo varato i credito d’imposta per il rinnovamento strutturale degli alberghi e per la digitalizzazione delle imprese, al 30%, e un Art Bonus, del 65%, per la conservazione dei nostri beni culturali” spiega Franceschini, che vede un forte nesso tra turismo e cultura proprio in questo senso, anche se la cultura in senso stretto nel passato è stata forse sin troppo conservativa. “E questo è stato un bene, anche se è mancata quasi del tutto la loro valorizzazione. Noi , con l’aiuto dei privati, è quello che vogliamo fare”. Ma Franceschini vuole aprire anche un tavolo con gli operatori, “per i quali pensiamo di allargare gli incentivi per il digitale”,  come lo ha fatto con gli esperti di digital, che gli consegneranno a breve un documento per far “rinascere digitalmente il mondo del turismo in Italia” e per fa sì che possano concorrere con le realtà straniere, che oggi vengono in Italia facendo il bello e il cattivo tempo, per poi portare i loro ricavi all’estero e pagare poche tasse. Perciò ha preso sotto le sue ali il portale degli scandali, quell’Italia.it che proporrà anche la possibilità di prenotare hotel e servizi turistici. Emergenze, abusivismo e superamento, “anche prima della riforma costituzionale” sottolinea Franceschini, della frammentazione della promozione nei rivoli regionali, gli altri punti su cui il Ministero della cultura e del turismo, e la nuova Enit, dovranno puntare”.