Hotel di lusso, anche i vip rubano “souvenir” dalla camera

Hotel Byron di Forte dei Marmi
Hotel Byron di Forte dei Marmi

Anche i ricchi, belli e famosi rubano. Lo afferma Salvatore Madonna, albergatore a capo della catena Soft Living Places: proprio lui – senza fare nomi e cognomi, ovviamente –  racconta che anche agli ospiti vip piace riportarsi a casa qualche piccolo souvenir dell’albergo. Proprietario dell’esclusivo Hotel Byron di Forte dei Marmi, “casa” scelta da tantissime celebrità di Hollywood e dello show biz internazionale, Madonna ha elencato all’AdnKronos gli oggetti più “saccheggiati”. “Una delle cose più ambite, credo sia ancora l’accappatoio di spugna con logo dell’albergo. È uno degli oggetti che viene preso più volentieri, seguito subito dopo dal posacenere e dall’ombrello” svela l’imprenditore. Ma tra i souvenir più gettonati ci sono anche le ciabatte di spugna, i prodotti da bagno, il calzascarpe rigorosamente in legno, le grucce e i sacchetti cortesia in stoffa che l’albergo mette a disposizione dei suoi ospiti per la biancheria. “Se viene rubato o portato via l’ombrello dell’albergo, è comunque divulgare il proprio logo al di fuori della struttura. Ci sono elementi che ci fa piacere vengano presi e altri un po’ meno”. Poco gradita infatti, è la sottrazione di amenities come le profumazioni da camera, i cartellini per maniglia ‘Non disturbare’, i portachiavi o le candele personalizzate che i clienti trovano nella stanza e che dovrebbero essere utilizzati al loro interno. I furti sono sempre un danno economico: Madonna li quantifica in circa 5.000 euro all’anno.

Non proprio facile la gestione del sospetto furto con il cliente: “Abbiamo un buon numero di clienti affezionati che tornano ogni anno e il rischio di andarli a aggredire o punire sarebbe controproducente. Sicuramente con gli avventori di una volta e via, cerchiamo di essere più attenti possibili. Se ci sono cose di valore facciamo in modo di controllare prima della loro partenza che siano in camera, perché sarebbe altamente spiacevole dover chiedere ‘Scusi è stato lei a prenderlo?’ e poi magari non sono loro i colpevoli. Attribuire una eventuale sottrazione a un cliente sarebbe grave nel caso non fosse vero” spiega Madonna. Che, però, sostiene che dietro a questi piccoli furti non ci sia solo il fatto di portarsi a casa un ricordo, ma anche altro: come “aver trovato un prodotto, un oggetto di non facile reperibilità che si vuole prendere per un piacere intrinseco, perché non lo si trova da un’altra parte e allora intanto lo prendo. Altre volte sono elementi che qualcuno porta a casa sua per cercare di farli propri e quindi richiedere a un negozio o a qualcuno che li possa riprodurre proprio perché li trova particolarmente piacevoli”.