Il Museo Egizio di Torino è nuovo. Franceschini: “un esempio”

Anche il logo è nuovo: una sorta di graffito con il geroglifico simbolo dell’acqua, per creare un legame tra Nilo e Po

Una spesa di 50 milioni di euro, per tre anni e mezzo di lavori. Si è conclusa nei tempi la ristrutturazione del Museo Egizio di Torino, il secondo al mondo per importanza dopo quello de Il Cairo. Il nuovo museo sarà inaugurato domani, anche se, come ha sottolineato oggi la presidente Evelina Christillin, “Abbiamo tenuto aperto durante tutto il periodo dei lavori e consentito al pubblico di non dimenticarlo, ma anzi affollarlo sempre di più: il 2014 è stato un anno record”.

Tra le novità al via (il nuovo museo nasce ufficialmente oggi) c’è la possibilità di seguire ogni reperto su tablet e smartphone, audioguide anche in arabo e soprattutto una totale riorganizzazione dei reperti, su una superficie espositiva doppia rispetto al passato, che permette di seguire sia la storia dell’antico Egitto, sia quella delle collezioni.

La ristrutturazione è avvenuta grazie ai soci fondatori, Regione Piemonte, Comune e Provincia di Torino, Fondazione Crt e soprattutto grazie alla Compagnia di San Paolo, che ha dato la metà dei fondi. Secondo Dario Franceschini, “Il museo Egizio di Torino è un modello: la collaborazione tra pubblico e privato ha consentito di salvaguardare una grande qualità e di mettere le basi per un nuovo museo basato sulla ricerca”.