Italia: niente fondi per salvare Auschwitz, colpa dei cambi di Governo

In Italia i Governi cambiano troppo di frequente e questo è il motivo principale per cui il nostro Paese è stato messo all’indice da El Pais, insieme alla Spagna, per il mancato al Fondo per il mantenimento di Auschwitz.

L’assenza italiana quindi, ha un suo perché. Lo spiega Anna Miszewska, responsabile delle relazioni internazionali della Fondazione,  in una nota diffusa da Sos Travel, tour operator specializzato sulle destinazioni dell’est Europa.

La storia del Fondo inizia nel 2009, quando  il premier polacco Donald Tusk invitò 40 Paesi democratici a sostenere i lavori di mantenimento e restauro del Memoriale di Auschwitz-Birkenau. Fino ad allora a sostenere le spese era stata solamente la Polonia.

La risposta italiana all’invito, dopo cinque anni non è ancora arrivata. “I contatti con i governi sono stati tenuti dal direttore Piotr Cywinski, che è andato in Italia più volte negli ultimi cinque anni – spiega la Miszewska  – Fino ad ora però non c’è stata alcuna decisione da parte del Governo italiano. Nonostante un accordo fosse vicino i continui cambi di Governo a Roma non hanno permesso di portare a termine le trattative”.

Eppure, dal punto di vista polacco, l’Italia dovrebbe entrare di diritto fra i donatori. “Abbiamo 31 Paesi che partecipano al progetto, abbiamo bisogno di questi soldi per ristrutturare il campo e renderlo accessibile alle future generazioni. L’Italia è uno dei Paesi più importanti dell’Unione Europea e non può tirarsi indietro da questa responsabilità. Si aggiunga che ci sono anche motivazioni storiche che la dovrebbero spingere a partecipare. Spero che il governo italiano prenda seriamente in considerazione questa questione”.

Il campo di concentramento nazista Auschwitz-Birkenau è visitato ogni anno da centinaia di migliaia di persone e fra queste, una grossa percentuale è di italiani: “Dopo polacchi, inglesi e americani gli italiani sono la quarta nazione per numero di visitatori con circa 71400 nel 2013”.

Altre istituzioni e altri Paesi intanto si sono già mossi. L’Unione Europea ha versato 4 milioni, la città di Parigi 310 mila euro, il Vaticano è stato l’ultimo ad aderire ed ha già versato 100mila euro al Fondo Perpetuo che punta a raccogliere 120 milioni di euro e finora è stato alimentato da 31 paesi. Sono stati raccolti 102 milioni di euro e, per ovvie ragioni storiche legate al nazismo, il maggior contributore è stata la Germania con la metà (60 milioni) di quanto richiesto.

Creato nel 2009 il Fondo serve per evitare la minacciata chiusura del complesso composto da 155 edifici e 300 rovine su un’estensione di 200 ettari nel sud della Polonia.