La Cina scopre il business dei musei: 400 nuove costruzioni in dieci anni

Cina

Con 400 nuove costruzioni in 10 anni, di cui oltre 100 solo nell’ultimo periodo, in Cina i musei sono un business. Un boom che non trova confronti a livello mondiale, ed è strettamente legato ai progetti di sviluppo immobiliare, e di rivalutazione dei terreni, di molte real estate company. Che si assicurano quindi la proprietà, o almeno una partecipazione, in queste nuove strutture dalle architetture ultramoderne.

Qualche esempio? Il Fosun Art Center di Shanghai, il cui status di icona architettonica, sede di progetti culturali, si riflette sui valori di mercato dei terreni della zona. E permette a Fosun International (conglomerata quotata alla Borsa di Hong Kong) di ottenere un beneficio economico dagli altri work in progress nel West Bund, la zona di Shanghai dove sono stati costruiti diversi high-profile museum.
 Stessa strategia per il Rockbund Art Museum (RAM), situato all’nterno di un edificio storico, rinnovato sotto la guida dell’architetto David Chipperfield nel 2010. Il RAM è una delle istituzioni artistiche maggiormente riconosciute della Cina, che al contempo ha facilitato il sorgere di numerosi altri edifici nell’area, tra alberghi, uffici e residenziale.

La formula vincente per aumentare il valore di mercato delle aree edificabili è quindi strettamente legata agli investimenti in cultura, riferisce Il Sole 24 Ore. Un modello alla base anche del progetto Shanghai Himalayas Museum, nella Pudong New Area, e nei Terminal di arte contemporanea OCT Contemporary Art Terminals, sorti in alcune delle altre grandi città della Cina, o di un altro recente progetto che ha unito un real estate developer e il governo: il Museum of Contemporary Art & Planning Exhibition (MOCAPE). Progettato dalla cooperativa di architetti austriaci Coop Himmelb(l)au, il nuovo polo museale ultramoderno è stato completato a Futian, il nuovo distretto culturale di Shenzhen, un paio di settimane fa.