Meridiana nel mirino dei cinesi

Meridiana non è in vendita” dicono i vertici della compagnia. Ma le offerte arrivano lo stesso. E dal Celeste Impero, disegnando però strane traiettorie. Sarà forse perché in Cina non si muove foglia senza l’interesse dello stato, che la Shanghai Pingyi Equity Investment center non si è neppure rivolta al vettore bensì al presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, con una lettera in cui il numero uno del gruppo scrive: “con la presente il sottoscritto Xiadong Zhu, in qualità di presidente del gruppo Shanghai Pingyi Equity Investiment Center, comunica di voler valutare attentamente la compagnia aerea Meridiana al fine di voler avere un’eventuale partecipazione importante nella società”. Zhu spiega a Pigliaru che il Gruppo ha “interessi in vari settori, dall’immobiliare al turismo, sportivo e agroalimentare. Il trasporto aereo sia di persone che di merci rappresenta per noi un’opportunità di crescita e consolidamento dei nostri investimenti in Europa” e ha “conferito un incarico esplorativo” al commercialista cagliaritano Enrico Garau per verificare il possibile intervento dell’azienda cinese nel vettore sardo. La storia è uscita dagli scranni dell’opposizione, dal consigliere Edoardo Tocco.

La risposta di Marco Rigotti, presidente di Meridiana e di rappresentante di Akfed (Aga Khan Fund for Economic Development) non si è fatta attendere: “Chi è seriamente interessato ad acquistare un’azienda cerca un contatto con la proprietà, che invece non c’è stato. Suggerisco di non confondere l’aspetto della proprietà con quello della ristrutturazione dell’azienda, imprescindibile perché l’azienda possa tornare ad essere competitiva e restare sul mercato”. Infatti sono ben 1634 i dipendenti del vettore messi in mobilità. Con una mossa che ha fatto arrabbiare il ministro del lavoro Poletti e, naturalmente, i sindacati. Pronti a un braccio di ferro con la compagnia più lungo.

Intanto i vertici del vettore sottolineano come i 400 dipendenti dei Air Italy non verranno toccati, anche perché hanno “una struttura di costi più moderna” (leggasi paghe più leggere e meno diritti) . Una struttura che i cinesi conoscono molto bene…