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Nuove procedure di ingresso negli Stati Uniti: gli italiani dicono “no”, rivela Kayak.itERT

Passaporto

In seguito all’intensificazione dei controlli alle frontiere degli Stati Uniti potrebbe presto essere introdotto l’obbligo di condividere informazioni personali, come le password degli account social. Una ricerca di Kayak.it rivela che il 39% dichiara che, se necessario, condividerebbe i dati richiesti, ma non si sentirebbe affatto a proprio agio nel farlo, mentre quasi un terzo (31%) si rifiuterebbe di rivelare queste informazioni. Oltra la metà (54%) degli intervistati, infatti, considera questa richiesta un’invasione o una diretta violazione della propria privacy. La principale paura, per il 38% degli intervistati, è che  la condivisione di dettagli di questo genere possa portare ad accessi non autorizzati al proprio conto corrente o ad altri dati sensibili, mentre il 40% ritiene necessario proteggere queste informazioni per evitare che i propri account social vengano violati da sconosciuti.

E se, oltre ai dettagli relativi all’identità virtuale, venisse chiesto di fornire indicazioni in merito alla propria vita privata, compresi orientamento sessuale, religioso e politico? Anche in questo caso la maggior parte degli italiani condividerebbe queste informazioni, senza però sentirsi a proprio agio (44%), mentre il 10% si rifiuterebbe di rispondere a domande così personali. Ancora, con l’avanzare dell’età aumenta il desiderio di tutelare la propria privacy: oltre la metà degli italiani (52%) di età compresa tra 25 e 34 anni si dichiara disposta a condividere dettagli della propria vita privata con gli ufficiali di frontiera, mentre la percentuale scende drasticamente quando vengono interpellati gli over 65 (29%) e gli italiani nella fascia di età 55-64 anni. Addirittura, controlli più severi potrebbero impattare anche sul turismo: secondo l’analisi di Kayak, oltre un quarto degli intervistati (26%) non si recherebbe in Paesi che prevedono l’obbligo di condividere le password dei propri account social, mentre il 44% non escluderebbe completamente queste mete dai propri piani di viaggio, ma darebbe precedenza ad altre destinazioni.