Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta rivolta al ministro Di Maio dagli ex lavoratori Valtur che lamentano la mancanza di risposte dal 3 luglio scorso, data del sit in dei dipendenti presso lo studio del Commissario Valtur per l’aggiudicazione del marchio. In seguito – spiegano i lavoratori – il tavolo organizzato dal Mise il 26 luglio è andato deserto mentre i sindacati hanno fatto una richiesta di incontro al tour operator Nicolaus che ha rilevato il marchio Valtur per attivare un confronto sul piano industriale.  Da qui l’idea di scrivere nuovamente al ministro:

“Egregio Ministro Di Maio,
ci rivolgiamo nuovamente a Lei ed al Suo Ministero, confidando che la vicenda Valtur non sia arrivata all’ultima spiaggia, come temiamo, e ci siano invece ancora le condizioni per salvare un patrimonio industriale e professionale unico. Purtroppo noi “ex” lavoratori Valtur non abbiamo trascorso un’estate serena così come fortunatamente milioni di Italiani, ma abbastanza amara visto che il nostro unico pensiero era: cosa ci aspetterà a settembre?

E sotto gli ombrelloni, per strada, in viaggio si sentiva: “ma hai saputo di Valtur? E’ Fallita?!! Nooo è in liquidazione, nooo è stata comprata da un altro operatore quindi salva…ma come mai, andava così bene…sono state le vacanze più belle dell’infanzia mia ed dei miei figli..!”

Ebbene si, tutto vero o quasi, come è noto l’azienda VALTUR SPA (che ora ha assunto la nuova denominazione T.ONE), già di proprietà del Fondo Investindustrial della famiglia Bonomi, è in procedura di concordato liquidatorio dal 12/03/18. La crisi irreversibile e apparentemente inspiegabile nella quale è stata trascinata dalla “cura” Bonomi ha messo in ginocchio decine di piccoli, medi e grandi fornitori, determinato il licenziamento di tutti i dipendenti della sede milanese di Valtur (circa 150) e lasciato a casa oltre 500 tra dipendenti stagionali dei villaggi rimasti chiusi questa estate. Della gloriosa Valtur è rimasto solo il marchio, messo all’asta ed acquisito, senza ramo d’azienda, per più di 5 milioni di euro. Con la conseguenza di spazzar via occupati e villaggi, garantire unicamente la possibilità ad Investindustrial di incassare liquidità con cui ripianare parte del mostruoso indebitamento accumulato e mettere la nuova proprietà, la Nicolaus Srl, di aggiudicarsi il brand italiano più rappresentativo della villaggistica: una scatola vuota, al momento, priva come è dell’anima, ossia delle persone che hanno reso Valtur celebre nel mondo.

Proprio perché Valtur è una icona del turismo italiano, ma anche alla luce delle operazioni intercorse con Cassa Depositi e Prestiti, ci chiediamo come sia stato possibile che lo “Stato” non sia riuscito ad evitare il crack aziendale, lasciando così che un’azienda fondata nel 1964 (con partecipazioni statali) simbolo del “made in Italy”, capace di valorizzare nel mondo pezzi del nostro Paese, sia finita in un buco nero.

Siamo consapevoli del fatto che la crisi Valtur sia giunta sul Suo tavolo e di quello del ministro Centinaio solo a poche settimane dall’insediamento ufficiale del Governo e nel caso di Centinaio, quando ancora il turismo doveva essere trasferito al ministero delle Politiche Agricole ed a nulla sono serviti i vari incontri al MISE come la battaglia a nostro fianco della Filcams/Cgil e le altre sigle sindacali che ci hanno supportato in questo difficile percorso.

Le chiediamo quindi di non archiviare nei faldoni del suo Ministero la storia di Valtur, fino a qualche mese fa bellissima, sia per noi che l’abbiamo vissuta sia per i milioni di Italiani che l’hanno scritta insieme a noi. Una storia che doveva continuare con una stagione estiva promettente alle porte quando, inaspettatamente, è arrivata invece una lettera che indicava: il viaggio finisce qui!

Pur nella consapevolezza di non rappresentare, al pari di ILVA, un caso nazionale, certi però che Lei comprenda quanto sia angosciante ritrovarsi, dalla sera alla mattina, “in mezzo ad una strada”, vittime di una proprietà miope ed avventata, siamo con la presente a chiederLe un Suo intervento, capace di restituire futuro a Valtur ed ai propri ex dipendenti”