Onorato l’eretico saluta Confitarma e porta via i suoi gioielli

onorato

Che sia il tipo che non le manda a dire, si sa. E non le manda a dire anche a Confitarma nel momento di dire basta. Con una lettera trasmessa anche agli organi di stampa, Vincenzo Onorato ha annunciato infatti l’abbandono della casa di tutti gli armatori che aderiscono a Confindustria con tutti i suoi gioielli. E quindi fuori da Confitarma ci va Moby in compagnia di Tirrenia, Toremar e Rimorchiatori sardi.

Era già successo altre volte ad Onorato di abbandonare Confitarma in polemica con la politica dell’associazione, per poi rientrare. Ora ci risiamo. “In meno di cinque anni – scrive l’armatore – la politica della Confederazione Armatori porterà alla fine della bandiera italiana. L’estensione degli sgravi previsti per la bandiera italiana anche alle bandiere comunitarie, senza alcuna limitazione in caso di imbarco di marittimi extracomunitari, porterà alla perdita di circa 15.000 posti di lavoro, in una realtà, come quella del mezzogiorno d’Italia, già fortemente penalizzata dal punto di vista economico e sociale”.
“Di italiano – sostiene l’armatore – resteranno solo le persone fisiche degli armatori che beneficeranno delle provvidenze dello stato italiano in materia di sgravi con bandiere estere e marittimi extracomunitari, ovvero il danno e la beffa!”.
In chiusura della lettera, una chiara accusa alla federazione di difendere gli interessi di chi avrebbe poco di italiano sulle sue navi: “Noi Onorato, in questo contesto, siamo degli armatori eretici: 70 navi tutte bandiera italiana e 4.000 dipendenti tutti italiani. La Confitarma oggi non difende più niente di italiano, ma solo gli interessi di un paio di gruppi armatoriali che navigano con mille bandiere e con marittimi non comunitari, pagati con una manciata di dollari al mese. Non vogliamo partecipare a questo cosciente e cinico annullamento della bandiera e dell’occupazione marittima italiana. Già grandi gruppi italiani imbarcano marittimi extracomunitari sottopagati su tratte di cabotaggio. Noi ci dissociamo, difendiamo la nostra tradizione armatoriale che vanta oltre cento anni di storia e i nostri marittimi italiani.”