Palermo, tornano Le vie dei Tesori, 5 weekend tra arte e storia

L’anno scorso Le Vie dei Tesori ha totalizzato110 mila i visitatori in 12 giorni di manifestazione, ma l’edizione 2015 è ulteriormente ampliata, con 20 nuovi luoghi adesso accessibili

Appuntamento dal 2 ottobre all’1 novembre a Palermo con il Festival Le Vie dei Tesori, 5 weekend in cui saranno aperti con visita guidata 63 luoghi altrimenti inaccessibili e in tutta la città si terranno una serie di manifestazioni straordinarie: dai laboratori “d’autore” per bambini e ragazzi con tema la storia, l’astronomia e la lettura, alle passeggiate in città guidate da studiosi, botanici e naturalisti, fino agli eventi in cui scrittori e musicisti saranno in prima persona a raccontare un singolo luogo. Tra gli ospiti della nona edizione ci sono Antonio Stella, Marco Belpoliti, Simonetta Hornby, Claudia De Lillo, Franco La Cecla, Marcello Sorgi, Andrea Purgatori, Gianni Riotta ed Enrique Vargas.

L’anno scorso Le Vie dei Tesori ha totalizzato110 mila i visitatori in 12 giorni di manifestazione, 30 mila dei quali erano turisti. Ma l’edizione 2015 è ulteriormente ampliata, con 20 nuovi luoghi adesso accessibili, tra cui vere chicche come il cinquecentesco Palazzo Bonocore, Palazzo Forcella De Seta che vanta una galleria simile a una piccola Alhambra, e due edifici fastosi e barocchi (e pressoché dimenticati, seppur a due passi dalla cattedrale) come l’oratorio dei Santi Pietro e Paolo e la Badia Nuova.

È un’occasione straordinaria per promuovere ulteriormente il turismo culturale che già rappresenta uno dei punti di forza dell’offerta siciliana sui mercati internazionali – dice Cleo Li Calzi, assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo. Opportuna, utile e al passo con l’esigenza di innovazione, è anche l’attivazione di un portale web dinamico e funzionale”.

Quest’anno infatti il Festival diventa 2.0, con un sistema di prenotazioni e di ticketing on line che per la prima volta mette in rete trasversalmente il circuito turistico-culturale di Palermo, coinvolgendo una fitta rete di alberghi e di ristoranti di qualità, con brochure e visite guidate anche in inglese.

Un modo concreto per desagionalizzare e per dimostrare che, davvero, la cultura può anche essere una scelta redditizia.