A Porto Cesareo, dune distrutte per creare parcheggio dei bagnanti. Sigilli al lido “vip”.

Porto Cesareo
Porto Cesareo, dune di Torre Chianca (credito: Comune di Lecce).

Porto Cesareo, via la duna spianata per il parcheggio dei bagnanti. Nella frequentata località balneare sulla costa ionica del Salento, finiscono nei guai proprietario e gestore del Tabù, locale-lido tra i più famosi della zona, e i due proprietari dei terreni utilizzati come area di sosta sovastante, realizzata spianando la duna e tagliando e incendiando la vegetazione di macchia. Ovviamente senza alcuna autorizzazione. Tutti quindi sono stati denunciati nell’ambito di un’indagine della Guardia costiera di Gallipoli, come riporta la Repubblica, che ha portato al sequestro di un’area di 7 mila metri quadrati utilizzata per le auto, e di una parte del cordone dunale in cui sono stati aperti varchi per consentire il comodo accesso dei bagnanti alla spiaggia.

A fare scattare i sospetti il sopralluogo effettuato alcune settimane fa, e il confronto delle aree adibite a posteggio con le fotogrammetrie scattate negli anni scorsi durante i sorvoli con gli aerei della Capitaneria. Accanto al Tabù è stata notata la mancanza di vegetazione preesistente, che sarebbe stata distrutta, mentre il terreno è stato impermeabilizzato con interventi edilizi. Il tutto al fine di creare centinaia di posti auto per le persone che quotidianamente raggiungono il lido, nel quale si può prendere il sole, ma anche mangiare, ballare, fare sport acquatici e partecipare ai famosi beach party. Ma c’è di più: nella stessa struttura, poche settimane fa, i militari della guardia costiera hanno sequestrato un’area dunale di 1.200 metri in cui era stato realizzato un impianto di smaltimento delle acque, con tanto di pozzetto in cemento, pompa di sollevamento, tubazioni e scarico che sfociava proprio nelle dune. Il ruscellamento delle acque (tra l’altro non depurate) avrebbe provocato un’erosione continua della duna. In quella circostanza sei persone, tra cui il proprietario del lido, sono state denunciate per deturpamento delle bellezze naturali, illegittimità del permesso a costruire, occupazione abusiva in aree demaniali.