Protesta dei taxi, i sindacati invitano a riprendere il servizio

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Dopo la maxi protesta di ieri, la situazione dei taxi non è ancora tornata alla normalità

Taxi ancora nel caos nelle grandi città, dopo la maxi protesta di ieri e nonostante l’invito dei sindacati a riprendere il servizio. A far scattare la “rivolta”, che si è espressa con lunghe file di auto bianche lasciate senza conducente, è stato un emendamento al Milleproroghe, considerato a favore di una app come Uber e del servizio a noleggio con conducente, Ncc.

“Ci siamo attivati per ottenere una convocazione da Delrio – ha dichiarato all’Adnkronos Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi – e abbiamo ottenuto un tavolo tecnico, vedremo i risultati e poi il 22 faremo un’assemblea per decidere insieme cosa fare”. A chi sottolinea quanto la protesta dei taxi sia scorretta e lontana da quanto previsto dal diritto di sciopero, Riccardo Cacchione dell’Usb settore taxi nazionale fa notare che “la controparte si è mossa in modo scorretto e ci ha convocato tra quattro giorni invece che immediatamente”.

L’emendamento al Milleproroghe, a firma Lanzillotta e Cociancich, ha posticipato al 31 dicembre 2017 il termine per l’emanazione del decreto del ministero delle Infrastrutture e trasporti volto a impedire le pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente. In particolare, la norma elimina la territorialità delle auto Ncc, che potranno così operare liberamente.

Già approvato dalla prima Commissione Affari Costituzionali, l’emendamento Lanzillotta – Cociancich è stato approvato ieri in Senato e passerà ora alla Camera.

A dire no all’emendamento, anche mytaxi la app che punta a creare un contatto diretto tra tassita e passeggero, che in una nota stampa si dichiara, “vicina alla protesta spontanea nata in tutta Italia dalla categoria, nella convinzione che il rispetto delle regole sia il prerequisito per poter operare correttamente nel settore”.