Riggio, gli aeroporti privati e l’Alitalia che studia il low cost

“Tanta gente ha imparato a volare perché ci sono le compagnie low cost. La compagnia di Stato ha avuto i guai che ha avuto e ora per fortuna sta cominciando ad uscirne fuori e sta tentando di mettersi in concorrenza perfino con le low cost. Nei prossimi giorni vedrete annunciare anche nuove iniziative”.

Il presidente dell’Enac, Vito Riggio, regala l’anteprima su Alitalia in occasione dell’inaugurazione dell’ala Est dell’aeroporto di Bari, uno scalo che anche grazie alle low cost ha spiccato il volo. Alitalia si muove quindi, vedremo come e quanto la cosa influirà sulle attività degli scali italiani perché poi il presidente dell’Enac non aggiunge altri dettagli.

Resta quindi solo un passaggio nell’intervento alla cerimonia di Bari, dove Riggio ha ribadito concetti già espressi ma che forse proprio perché ribaditi diventano più incalzanti. Fra i principali, proprio il tema delle gestioni aeroportuali che, se non virtuose come quella regionale di Aeroporti di Puglia, dovrebbero essere lasciate ai privati.

“Quello pugliese è un raro caso in cui il pubblico ha dimostrato che se vuole può avere livelli efficienza non inferiori al privato, ma la mia personale opinione è che il pubblico, vista la crisi della sua finanza, debba recedere dalla gestione diretta degli aeroporti e trovare altri canali. Le risorse vanno destinate e concentrate su altre funzioni. Un aeroporto è una struttura industriale, ci sono grandi gruppi sul mercato internazionale che sono pronti a intervenire su infrastrutture così belle e a sostituirsi per la parte degli investimenti”.

Riggio ha sottolineato che credere di poter gestire, è stato il grande errore di Camere di Commercio, Regioni e Province “che hanno dimostrato non di non essere in condizione di portare avanti una gestione industriale degli aeroporti”. Sul fronte privato invece, una delle best praticte  è quello della Campania dove l’aeroporto di Napoli, che è interamente privatizzato, ha fatto performance importanti. “In Sicilia invece la gestione è stata affidata alle Camere di Commercio che sono enti che spesso non hanno i soldi per pagare le pensioni e immaginate come possono stare su un mercato così aggressivo”.

Non tutto però è da buttare, soprattutto a sud.  “Abbiamo investito oltre un miliardo e mezzo sugli aeroporti del mezzogiorno che spesso prima erano capannoni e devo dire che ora sono molto belli, anche dal punto di vista estetico, nati sulla base di un progetto unitario. Penso a Bari ma anche a Catania”.

L’attenzione ora si sposta sul futuro grande Aeroporto d’Italia di Fiumicino che servirà anche a contrastare la concorrenza, vecchia e soprattutto nuova: “In Italia muoviamo 150 milioni di passeggeri ma la Turchia ci ha battuto e ora sta costruendo un nuovo grande aeroporto per provare a trainare ad est una parte del traffico che oggi passa per l’Italia”.