Dopo una lunga trattativa e il rifiuto a salvare Thomas Cook dal fallimento, appare ora chiara quale fosse fin dall’inizio la strategia del gruppo cinese Fosun, già proprietario di Club Med e azionista di maggioranza della stessa Thomas Cook con il 18% delle azioni: rilevare gli asset principali del gruppo a un prezzo irrisorio. E’ stato infatti valutato in 11 milioni di sterline, poco meno 13 milioni di euro, il valore del brand Thomas Cook che, a meno di colpi di scena, sarà rilevato a prezzi di saldo proprio dal colosso cinese che poco più di un mese prima aveva offerto di contribuire con 450 milioni al salvataggio del gruppo, all’interno di un accordo che prevedeva un’iniezione di capitale di 900 milioni. Come è noto l’accordo è saltato per la richiesta dei creditori di Thomas Cook di ulteriori 200 milioni necessari a garantire l’operatività: il rifiuto da parte della cordata di imprese ha portato al fallimento del gruppo lo scorso 23 settembre. Il destino del brand Thomas Cook, a questo punto, potrebbe essere quello di diventare una OTA che sfrutti la notorietà del marchio dato che i punti di vendita fisici stanno già prendendo altre vie: il network inglese Hays ha già rilevato 555 agenzie viaggi ex Thomas Cook nel Regno Unito per circa 6 milioni di sterline. La svendita del gruppo prosegue.