Sharing economy: una piattaforma su tre nei settori trasporti e turismo

Sharing economy - Photo Credi: gotcredit.com

Su 118 piattaforme di sharing economy censite come attive in Italia ben 22 cercano di farsi strada nel settore trasporti e della mobilità urbana mentre altre 17 hanno scelto di offrire servizi turistici in senso stretto.

Lo riporta il Sole 24 Ore che ne ha effettuato un censimento nell’edizione dell’8 novembre scorso.
In totale dunque sono 39 su 118, pari al 34%, le piattaforme di sharing economy attive in Italia che offrono servizi alle persone che viaggiano, decisamente in maggioranza rispetto ad altri settori produttivi: il 15% delle piattaforme riguardano lo scambio di beni di consumo, il 9% l’alimentare e un’altro 9% la cultura.

Tra le piattaforme dedicate ai trasporti prevalgono quelle che offrono condivisione di posti auto: ben 15 con in testa BlaBlaCar e Flootta per le tratte lunghe e Uber, Letz-go e Scooterino in città. Emergono anche servizi più mirati come Club-sharing, car pooling dedicato a chi frequenta locali notturni. Altre piattaforme sono concentrate sulla condivisione di garage e posto auto come Parksharing e Sparkyclub e su servizi di consegna a domicilio come TocTocBoc e YouPony.

Nel turismo il settore più toccato dalla sharing economy è senza dubbio l’ospitalità che si divide tra piattaforme che permettono di affittare la propria casa o una camera sul modello Airbnb e quelle che offrono invece la possibilità di scambiare l’abitazione come Scambiocasa.com. Altri modelli sono misti come quello di Nightswapping. Oltre all’accoglienza iniziano poi ad emergere servizi che mettono al centro la condivisione di esperienze e l’incontro con persone del posto come le guide turistiche di Guidemeright.com o di Bee My Guide.

Un numero così nutrito fa da una parte pensare che sono in molti a cercare di cogliere le opportunità offerte dal nuovo trend e che la concorrenza può solo far bene ai turisti. Dall’altra bisogna anche rimarcare che, per quanto si tratti di servizi in forte crescita, è difficile che così tanta offerta riesca a coesistere e nei prossimi mesi, prevedibilmente, assisteremo a una selezione naturale.