Il Tar del Lazio ha annullato 5 delle 20 nomine di direttori dei musei italiani fatte dal ministro Dario Franceschini nel 2015. La bocciatura avviene in seguito a una serie di ricorsi sulle procedure di selezione degli stessi fatte da persone che ritenevano di essere state danneggiate.

In seguto alla sentenza rimangono senza direzione il Palazzo ducale di Mantova, il Museo archeologico nazionale di Napoli, il Museo archeologico nazionale di Taranto, il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria e le Gallerie Estensi di Modena. I direttori rimossi sono rispettivamente Peter Assmann, Paolo Giulierini, Eva Degl’innocenti, Carmelo Malacrino e Martina Bagnoli.

Il ministro Franceschini, che ha annunciato ricorso, ha affidato a Twitter il suo commento che imputa al Tar di aver rovinato il lavoro fatto in questi due anni.

Molti articoli online si sono concentrati solo su una delle motivazioni addotte dal Tar ovvero quella che non sarebbe stato possibile assumere direttori stranieri senza cambiare prima una legge dello Stato che lo impediva. Questa però non è stato l’unico problema dei bandi di candidatura, anche perché su 5 direttori rimossi ben 4 sono italiani. L’unico non italiano rimosso è Peter Assman dal Palazzo ducale di Mantova, mentre è stato ad esempio rigettato il ricorso contro Eike Schmidt degli Uffizi di Firenze e contro Cecile Holberg della Galleria dell’Accademia di Firenze perché la ricorrente non è riuscita a dimostrare l’ileggittimità della sua estromissione dalla rosa dei candidati e quindi non aveva alcun interesse a fare ricorso. Quindi su 7 direttori stranieri, 6 sono ancora al loro posto anche se potrebbero subire altri ricorsi sulla base di questo assunto.

Per chi vuole approfondire, le motivazioni del Tar sono spiegate più in dettaglio in questo articolo di Next Quotidiano: https://www.nextquotidiano.it/tar-musei-stranieri-franceschini/