Turismo in Italia, -30% le prenotazioni in hotel per Pasqua

Per il turismo in Italia la ripresa non è ancora arrivata. E le prenotazioni per le prossime vacanze pasquali procedono ancora a rilento.

La conferma arriva dal presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina, secondo cui anche la prossima Pasqua sarà una festività «sottotono» a causa delle numerose disdette e delle mancate prenotazioni sul turismo di prossimità, che vengono fatte all’ultimo. Con l’aggravarsi della guerra in Ucraina, poi, il turismo incoming che stava tornando a crescere si è nuovamente fermato.

Turismo in Italia, cala la spese delle famiglie

Davanti alla crisi in atto gli italiani hanno, dunque, deciso di ridurre il budget: uno su tre, infatti, ha tagliato le spese turistiche alla voce “viaggi di Pasqua” e nel complesso su tutti i fine settimana di aprile e maggio.

Secondo l’Unione nazionale consumatori, a subire più di tutti i rincari sono stati i pacchetti vacanza nazionali +14,6%, gli alberghi e motel +8,4%, i musei e monumenti + 7%. A seguire, ci sono i pacchetti vacanza internazionali +6,8%, parchi nazionali, zoo e orti botanici +6,4% e ancora villaggi vacanze, campeggi e ostelli +5,6%. E, infine, pizzerie +3%, ristoranti +2,8%, B&B e agriturismi +2,4%.

Hotel, prenotazioni a -30%

L’illusione è durata poco. Poi sono arrivate le disdette da un lato e i ritocchi, già pesanti, sui listini, dall’altro. Le prenotazioni in hotel segnano un -30%, lamentano gli albergatori, che però alzano i prezzi.

Sarà la terza Pasqua nera per il turismo. A Roma, dice il vicepresidente vicario di Federalberghi Giuseppe Roscioli, le prenotazioni sono la metà di quelle del 2019, con 250 alberghi sono chiusi. “Dall’inizio della guerra sono fioccate le cancellazioni“, mentre il turismo a cinque stelle ha registrato 200 milioni di euro di entrate mancate se consideriamo il solo turismo russo. “A Milano sono 6 mila le camere occupate su 30 mila stanze, il 20%. A marzo di due anni fa erano il 75%”, spiega dalla Federalberghi locale Maurizio Nano.

D’altronde, per gli albergatori i conti sono presto fatti. Per molte strutture le bollette sono aumentate del 400%, per altre del 600%, mentre il costo dell’energia è raddoppiato. Secondo Confcommercio, ad esempio, la bolletta di un hotel a cinque stelle che nel gennaio 2021 era di 11.500 euro, adesso è di 36.500. Poi c’è il costo delle lavanderie che hanno già comunicato un aumento importante dei prezzi. Per non parlare delle spese legate alla ristorazione.