Al Wtm di Londra grande spazio alla cosiddetta Sharing Economy. Con la provocazione di Oliver Grémillon, direttore di Airbnb Europa, che ha detto: “tutti dovrebbero poter affittare la loro casa quando non ci abitano”. Proprio di Airbnb ha detto che divide coloro che affittano in due grandi gruppi, ovvero “quelli che affittano in modo professionale e che hanno o gestiscono più case o i privati che affittano in modo occasionale la casa, o la stanza, di proprietà o di vacanza”.
Un flusso di affitti, e di danari, che in molti paesi hanno fanno alzare la soglia di attenzione; “noi cerchiamo di dialogare con tutte le istituzioni locali per il pagamento delle imposte, la regolamentazione degli affitti, compreso il tema della sicurezza, e il loro tracciamento – dice Grémillon –. In Danimarca, Francia e in città come Amburgo e Amsterdam (la sede di Booking.com, ndr…..) è ormai tutto regolamentato, mentre a Londra e in alcune comunità autonome spagnole si sta cercando la via corretta. Ma, ad esempio, in Francia la prima abitazione la si può affittare senza alcun problema. Si deve sottostare ad alcune regole solo dalla abitazione. Mentre in altri paesi manca assolutamente qualsiasi regola”. Quindi Airbnb si impegna a collaborare con le istituzioni locali cambiando anche, ove possibile, il proprio regolamento, “perché vogliamo che chiunque possa partecipare a questa nuova economia” ha sottolineato Grémillon.
Airbnb intanto continua a crescere in Europa dove conta ormai 8 uffici nonché in nuovi segmenti di mercato, come il business travel (leggi la notizia) con la nuova frontiera, anche per loro, che si chiama Asia.