Affitti temporanei, la proposta di Halldis: “vogliamo flat tax per tutte le locazioni turistiche e diventare sostituti d’imposta”

Da sinistra Vincenzo Cella e Alberto Melgrati di Halldis
Da sinistra Vincenzo Cella e Alberto Melgrati di Halldis

Uniformare la regolamentazione a livello nazionale e semplificare la normativa fiscale, sia introducendo la flat tax nelle locazioni a uso turistico, sia facendo diventare i gestori professionali sostituti d’imposta. È  la proposta di Halldis, società italiana leader negli affitti temporanei e con più di 1.600 proprietà gestite in 25 località europee, in vista del referendum Costituzionale del 4 dicembre che tra i suoi punti prevede di togliere alle Regioni alcune competenze come il turismo, attribuendolo allo Stato. E’ inoltre di questi giorni il dibattito sull’emendamento in Legge di Bilancio che contempla una cedolare secca del 21% sugli affitti brevi, a cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi si è dichiarato contrario, in riferimento al caso anche mediatico di Airbnb, che ha modelli di business differenti da operatori come Halldis.

Sia che vinca il sì o il no, il contesto legislativo andrà rivisto. Storicamente la normativa sul turismo cambia da Regione a Regione e la filiera delle istituzioni coinvolte non è chiara. Così come diverse sono le tipologie normate: agriturismi, affittacamere, alberghi, bed & breakfast, case ferie, case vacanze, ostelli, rifugi alpini.

“La normativa fiscale ha il vantaggio di essere nazionale, ma oggi ha vuoti legislativi e favorisce il nero che riguarderebbe il 75% delle proprietà affittate per uso turistico” spiega una nota di Halldis. “La normativa prevede due tipologie: una per le locazioni per cui è prevista la cedolare secca (21%), l’altro per le strutture extralberghiere ossia le case vacanza (le cosidette CAV). Non è prevista la locazione a uso turistico, per cui il riferimento è il Codice civile e se la proprietà è gestita da un operatore professionale non vale la cedolare secca”.

“Il vuoto legislativo – afferma Alberto Melgrati, amministratore delegato di Halldis – ha paradossalmente creato delle opportunità, e insieme a Internet ha assecondato il fenomeno della disintermediazione, del resto proprio di altri settori, ma tale tendenza è sfuggita di mano, determinando una non sana competizione con gli alberghi e favorendo il nero. Il referendum costituzionale che intende accentrare a livello statale le competenze sul turismo, a prescindere dal risultato, è un’opportunità perché è uno stimolo  a uniformare la normativa. Anche la questione fiscale è decisiva: si definisca già dalla Legge di Bilancio 2017 una flat tax per tutte le tipologie di proprietà e per tutti i tipi di gestione”.

“Le locazioni a uso turistico – spiega Vincenzo Cella, consigliere delegato di Halldis e che è tra i soci fondatori di Property Managers Italia, neonata associazione di operatori professionali negli affitti brevi in Italia –  possono essere il volano del turismo e quindi dell’economia del Paese. La normativa deve assecondare clienti e proprietari che chiedono professionalità, un modello di gestione e promozione manageriale che garantisca flessibilità (il proprietario deve potersi riprendere l’appartamento quando vuole), deleghi sotto tutti i punti di vista al gestore la relazione col cliente finale, imponga la tracciabilità dei pagamenti e renda trasparenti tutti gli aspetti legati alla sicurezza e agli elementi assicurativi. Come Halldis siamo soci fondatori di  Property Managers Italia. Vogliamo contribuire ad aumentare la qualità del servizio, gli standard, e a gestire con processi ben delineati tutti i compiti amministrativi e di sicurezza. Uno dei punti fermi della nuova associazione è quello di far diventare tutti i canali distributori e i gestori professionali come Halldis dei sostituti d’imposta per eliminare ogni dubbio sul pagamento delle tasse da parte dei proprietari”.