Casa propria in affitto, un decalogo (business) da BedyCasa

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Il più noto è Airbnb, ma ancor prima c’era il movimento couch surfing. In pochi anni, complice la crisi e la voglia di spostarsi sempre e comunque, l’idea di affittare una stanza o l’intera propria casa per brevi periodi è diventata quasi mainstream e si è diffusa in tutto il mondo. In Italia in particolare nel 2015 si prevedono afflussi di turisti più intensi del solito, grazie ai sei mesi di Expo che promettono di focalizzare ancor più l’attenzione dei turisti internazionali verso il Belpaese. Tanto che si prevede che la percentuale di coloro che sceglieranno di mettere in affitto una parte del proprio immobile nei prossimi mesi crescerà del 50% rispetto allo scorso anno. Lo spiega Chiara Del Vecchio, country manager di www.bedycasa.it, piattaforma on line che permette a viaggiatori ed ospitanti di tutto il mondo di essere messi in relazione tra di loro. “Già solo dai nostri numeri, stiamo notando che questo trend è in aumento. Stiamo, infatti, assistendo, in particolar modo in Italia, ad una considerevole crescita degli annunci inseriti sul nostro portale. Se poi si vive nelle città più grandi o in quelle in cui si svolgono fiere, mostre ed eventi importanti, le entrate possono davvero essere interessanti. Per esempio, per il Salone del Mobile di aprile stiamo già da tempo ricevendo richieste di prenotazioni”.

BedyCasa ha pensato a una sorta di decalogo, nove criteri da seguire da parte di chi volesse affittare la propria casa. Eccoli: Proporre una parte della propria abitazione come alloggio temporaneo per il viaggiatore; Non avere precedenti penali e civili; Assicurarsi che l’alloggio si trovi in una zona sicura; Offrire una o più camere ben tenute, pulite e confortevoli; Assicurarsi che il proprio alloggio sia conforme alle norme di sicurezza (in materia di incendi) e di igiene; Includere la colazione; Ammobiliare la zona riservata al viaggiatore; Osservare le regole basilari di cortesia per il proprio ospite; Chi prende in affitto la camera ha il diritto di ottenere una ricevuta da parte dell’ospitante.

Per quanto riguarda gli aspetti fiscali, va chiarito che, per gli affitti di breve periodo, cioé di durata complessiva nell’anno non superiore a 30 giorni, non c’è l’obbligo di registrazione. Ai fini della tassazione, basterà che il locatore indichi gli importi percepiti come canone di locazione nella sua dichiarazione dei redditi.