Decreto Colosseo, c’è il primo sì. Beni culturali come servizi essenziali

Colosseo
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Sì dell’Aula della Camera al decreto legge Colosseo emanato dal governo dopo una assemblea del personale che ha determinato la chiusura temporanea del monumento. Il testo – che assimila il settore dei beni culturali ai servizi pubblici essenziali, per evitare casi clamorosi come quelli delle file a siti chiusi all’improvviso per motivi sindacali, come appunto accaduto a Roma o a Pompei – ora passa al Senato.

“In questo decreto non c’è nessun attacco ai diritti dei lavoratori. Ed è fuori luogo, fuorviante e sbagliato cercare di dividere l’Aula tra chi attacca e chi difende i lavoratori dei musei” ha detto nell’Aula della Camera il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, come riporta l’Ansa. E ha aggiunto che il governo sta pensando alla “possibilità di una apertura parziale dei siti in caso di assemblee”, e smentisce il caso degli straordinari. “Il problema era fondatissimo, ma i lavoratori sapevano che erano stati sbloccati”, ha puntualizzato mostrando lettere e comunicati in materia.

I sindacati, però, replicano: “Continuiamo a ritenere illegittimo il decreto approvato alla Camera e per questo proseguiremo l’azione di contrasto, per evitarne la definitiva conversione, anche attraverso iniziative legali perché emergano le incostituzionalità presenti. E chiederemo l’audizione anche al Senato”. Ad affermarlo sono le sigle Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa,