Enit, integrazione nella SuperIce?

Carlo Calenda
Carlo Calenda

Enit integrato con l’Ice? È una delle ipotesi al vaglio di Carlo Calenda, ex manager alla Ferrari, a Sky, in Confindustria e all’Interporto di Napoli, e oggi viceministro dello Sviluppo economico con delega al Commercio estero. Matteo Renzi ha affidato a lui le politiche per rilanciare le esportazioni italiane. In una lunga intervista su Affari & Finanza, Calenda spiega i “lavori in corso” del governo, il cosiddetto Piano per il nuovo Made in Italy, che ha l’obiettivo di rendere strutturalmente esportatrici le 70.000 aziende italiane che hanno le caratteristiche per penetrare nei mercati esteri. Tra le misure previste per sostenere l’export, sono in cantiere sostegni normativi e finanziari per l’accesso al credito. Calendaafferma: “L’Ice sta portando avanti un lavoro continuo di modernizzazione e di recupero di efficienza. Abbiamo tagliato il 26% di costi, chiuso tutte le sedi in Italia, tranne Milano, e un mese fa abbiamo approvato il piano per il 2015 che prevede un cambiamento completo dei processi di lavoro e, soprattutto, un dipartimento tutto dedicato alla gestione dei clienti. L’Ice ce deve andare dalle imprese e non aspettare che siano loro a rivolgersi all’agenzia. Entro un mese finiremo di integrare nell’Ice la parte riguardante l’attrazione degli investimenti oggi dispersa tra diverse agenzie e valuteremo il grado di integrazione con l’Enit per la promozione turistica”.

Per quanto riguarda l’organizzazione delle Fiere in Italia, Calenda dice: “Abbiamo selezionato i trenta eventi fieristici italiani che sono in posizione di leadership nel mondo. Su questi, e solo su questi, investiremo La domanda internazionale crescerà enormemente in tutti i settori di specializzazione del nostro Paese, dalla meccanica, al tessile, all’agroindustria, alla farmaceutica. Il 2015 ha tutte le caratteristiche per essere un anno di svolta per l’internazionalizzazione delle imprese. Il nostro obiettivo è concentrarci su quegli esportatori saltuari che hanno tutte le caratteristiche per diventare pienamente internazionali. In Italia 70.000 imprese rientrano in questa categoria. C’ è un enorme potenziale ancora inespresso”.