Franceschini conferma: il turismo è in ripresa (timida)

Franceschini

Dal ministro del Turismo Dario Franceschini arriva l’ennesima conferma che il 2015 passerà alla storia per l’Italia come l’anno della ripresa del turismo. Una ripresa (timida, visti i numeri) che viene attribuita all’appeal che l’Italia esercita sul mercato come destinazione culturale, alla probabile qualità della promozione, alla funzionalità degli interventi dello Stato ma che nei commenti, soprattutto quelli istituzionali, sembra non tener conto nella dovuta proporzione del beneficio di cui il nostro Paese ha goduto a causa dei problemi sociali, politici e legati al terrorismo che hanno tolto dai giochi per quest’anno (e per chissà quanto…) gran parte delle altre piazze del Mediterraneo. Ma tant’è, oggi i numeri parlano di crescita e quello basta…

Quindi ancora una volta Franceschini, dopo averlo sottolineato circa un mese fa, torna sulla crescita dei numeri. Lo ha fatto degli Stati Generali del Turismo Sostenibile organizzati dal Ministero dei Beni culturali e del turismo al Museo Nazionale delle Ferrovie dello Stato a Pietrarsa, in quel di Napoli. I dati, forniti da Istat, confermano la crescita del settore, Nel mese di luglio si sono registrate 58.234.331 presenze nelle strutture di ospitalità italiane, con una crescita del 3,1% rispetto a luglio 2014. In particolare sono state 32.611.406 le presenze di non residenti (+3,2% su luglio 2014) e 35.622.925 quelle dei residenti (+3,0% su luglio 2014).
Positivo anche il dato dei primi sette mesi dell’anno che vede nel complesso 213.004.270 presenze con una crescita dell’ 1,5% rispetto allo stesso periodo del 2014, con un aumento più sostenuto del turismo non residente (+2,4%) rispetto a quello dei residenti (+0,5%).
‘I dati confermano la grande ripresa del settore del turismo in Italia grazie anche a una stagione estiva da record   – ha chiosato il Ministro commentando i numeri – e ci incoraggiano a proseguire sul cammino intrapreso. Possiamo cominciare a ragionare sulla promozione dell’Italia come museo diffuso che deve attirare turismo colto, intelligente e sostenibile, capace di apprezzare non solo le grandi città d’arte ma anche il ricco patrimonio dell’intero territorio nazionale’.