Agricoltori custodi dei tesori culturali: l’idea di Turismo Verde e Cia

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In base al progetto "Coltiviamo l'arte" agli agricoltori potrebbe essere affidato il compito di salvaguardare e promuovere i tanti beni storico-artistici attualmente non accessibili ai turisti

Riaprire ai turisti chiese, torri e masserie abbandonate. Come? Affidando agli agricoltori il compito di gestire e promuovere questi tesori. E’ questa l’idea di Turismo Verde e Cia-Agricoltori Italiani annunciata in Puglia in occasione di “Coltiviamo l’arte”, iniziativa che punta a recuperare beni trascurati e creare occupazione. Come riporta l’Ansa, secondo Alberto Giombetti, responsabile relazioni esterne e territoriali di Cia, il gap tra dotazione e capacità di conservazione, gestione e promozione potrebbe essere colmato dagli agricoltori, nuove ‘sentinelle del bello’ e attivi promotori dei ‘valori territoriali’.
In Italia i paesaggi rurali artistici censiti sono 130 e, su 51 siti riconosciuti dall’Unesco, la metà si trovano in canpagna. In particolare, il 40% del patrimonio monumentale e il 60% di quello archeologico si trova in contesti non urbani. In base al progetto enunciato, gli imprenditori agricoli svolgerebbero un’azione di costante vigilanza e manutenzione del verde, potendo offrire agli ospiti delle aziende agricole e degli agriturismi nuovi servizi, a iniziare dalle visite guidate ai siti storici-artistici “adottati”.
Progetti pilota sono già stati avviati con il Segretariato dei Beni culturali della Regione Emilia Romagna, con l’obiettivo di estenderli rapidamente in Puglia e Basilicata e di arrivare presto a un protocollo d’intesa tra Cia e Ministero dei Beni culturali.