Parte da Firenze l’idea del primo concierge per l’extra alberghiero: si tratta di Keesy, startup made in Italy che si  si occupa di gestire check-in, check-out e altri servizi di accoglienza in modo completamente automatizzato per appartamenti, B&B e affittacamere. Il servizio viene svolto attraverso punti fisici, i Keesy Point: il primo della serie ha appena aperto a Firenze, in Via Santa Caterina da Siena 1/F, accanto alla stazione di Santa Maria Novella. Già programmata l’apertura a giugno del Keesy Point di Roma con espansione che proseguirà a Milano e Venezia.

Keesy consente ai proprietari e ai gestori di appartamenti di ottimizzare i servizi di accoglienza, per offrire agli ospiti massima libertà nel corso del soggiorno e una guida completa dell’alloggio, ancor prima del loro arrivo grazie all’app dedicata che prevede anche la possibilità di chattare con il proprio host.

I Keesy Point, localizzati in punti strategici di arrivo come stazioni e aeroporti, sono aperti 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, per garantire la massima libertà di Host e Guest. Il servizio non si occupa solo del passaggio delle chiavi, ma gestisce in sicurezza anche tutti gli adempimenti burocratici più “noiosi” e impegnativi, dalla raccolta dei documenti degli ospiti con comunicazione alla questura, dal rilascio della ricevuta alla riscossione della tassa di soggiorno, con pagamenti gestiti tramite pos mobile e la possibilità di inviare i pagamenti direttamente al proprio comune.

“Ci siamo resi conto che uno dei problemi principali degli Host è il tempo. Keesy nasce proprio per semplificare la vita di chi fa dell’ospitalità un servizio, restituendogli la libertà di godersi il proprio tempo libero – spiega il fondatore della startup Patrizio Donnini – Conciliare ritmi di lavoro, famiglia e gestione degli ospiti in arrivo è davvero una sfida: spesso manca il tempo per effettuare la consegna delle chiavi, mentre in altri casi è la distanza rispetto alla struttura da affittare a rappresentare un ostacolo insormontabile per i proprietari, che a volte si trovano costretti a rinunciare all’attività o non sono in grado di sfruttarne a pieno il potenziale”.