Lecce, che fine ha fatto la tassa di soggiorno? I b&b sotto accusa

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A Lecce crolla il gettito proveniente dalla tassa di soggiorno. Dai circa 500 mila euro del 2013 si è passati ai circa 340 mila euro del 2014, per un mancato introito di quasi 160 mila euro. E nel mirino del Comune, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, sono finiti i b&b, sospettati di avere aggirato l’obbligo di versare il tributo.

Secondo Mimmo De Santis, presidente provinciale di Federalberghi, si affaccia il sospetto che nei b&b leccesi venga violato l’obbligo di registrare gli ospiti e di comunicarne le generalità alla questura. Ma non solo. “La vera evasione sta nelle seconde case, nei b&b, in tutte quelle strutture dove poi di fatto non ci sono controlli – commenta De Santis -. È ovvio che così non si va da nessuna parte. Se poi prendiamo tutte le case vacanza sul mercato salentino, da Gallipoli, ad Otranto, a Porto Cesareo, fino a Castro, Torre dell’Orso e Leuca vorrei capire quanti ospiti pagano la tassa di soggiorno e quante strutture registrano chi viene a fare le vacanze”.

Nel frattempo, in attesa degli esiti delle verifiche antievasione, il Comune ha deciso di mantenere inalterati gli importi della tassa. In alta stagione negli alberghi di lusso si pagheranno 3 euro a notte, per un massimo di cinque notti consecutive, e 1,50 euro in bassa stagione. Per gli hotel da 1 a 5 stelle, residenze turistico-alberghiere, dimore storiche, residenze d’epoca, alberghi- centri benessere, b&b, case e appartamenti per vacanza, alberghi diffusi e agriturismi, la quota sarà di 2 euro a notte e per affittacamere, case per ferie, ostelli e campeggi è previsto 1 euro a notte in alta stagione e 50 centesimi in bassa stagione.