Turismo cinese, conoscere la “seconda ondata” per cavalcarla

Shopping all'insegna del lusso, esperienze insolite ed esclusive e nuove mete caratterizzano il "nuovo" turismo cinese

Basta con le solite mete, basta con le solite visite, passive e senza esperienze dirette. Il turismo cinese sta cambiando e solo chi è in grado di cogliere questa trasformazione saprà anche catturare i nuovi viaggiatori in arrivo dal Celeste Impero, quella “seconda ondata” a cui COTRI, China Outbound Tourism Research Institute, e la società di consulenza e formazione Orientalia Lab fondata dalla sinologa Antonella Decandia hanno dedicato un seminario nei giorni della BIT.
È toccato a Wolfang Georg Arlt, professore, ricercatore e consulente con più di 30 anni di esperienza nel turismo in Cina, delineare le nuove tendenze. Che sono lontane dai sentieri più battuti (infatti la crescita delle destinazioni minori mostra una percentuale decisamente superiore al + 17% registrato dal turismo outbound dalla Cina) e soprattutto alla ricerca di esperienze intense ed esclusive. “È finita la stagione di Venezia, Firenze e Roma tout court – ha detto Arlt -. Ora chi ritorna in queste città vuole vedere cose uniche, insospettate, oppure andare altrove, da Perugia a Vicenza“.
Oltre a realizzare un’offerta diversa, poi, c’è il problema di farla conoscere, un problema che ha contorni e difficoltà da inquadrare alla luce di un universo digitale sviluppatissimo, sì, ma con caratteristiche sue proprie. “In Cina ci sono 600 milioni di utenti internet – ha ricordato Emanuele Vitali, co-founder della società di digital e social media marketing East Media – e la tendenza social è fortissima. Ma non esiste google e i social cinesi sono diversi dai nostri. Quindi ogni comunicazione deve essere veicolata su altre piattaforme. Non basta avere un sito in cinese per farsi trovare ed essere visibili in Cina. Chi non è indicizzato sui loro motori di ricerca semplicemente non esiste“.
Va bene l’insolito, va bene l’esperienza da vivere in prima persona, ma cosa cercano davvero i turisti cinesi in viaggio lontano da casa? “Il lusso – secondo Antonella Bertossi, marketing manager della società di tax refound Global Bluelo shopping di altissima qualità“. E invece, secondo Zhang Chunlei, seniore manager di China International Travel Service, non cercano gli alberghi cinque stelle, né i ristoranti stellati. “Per noi cinesi, quando siamo in viaggio, non importa cosa si mangia, né dove si dorme”. Davvero un turista diverso, strutturalmente diverso, tutto da conoscere.